Lo studio

Cybersecurity, ora gli hacker preoccupano più di furti e aggressioni

La ricerca di Affinion: il 39% degli italiani è stato vittima o ha conosciuto una vittima di cybercrime. Tra le minacce più temute il furto d’identità e l’hacking dei social media. Donne più caute degli uomini, soprattutto quando si tratta di shopping online

Pubblicato il 05 Mar 2019

Antonello Salerno

La consapevolezza dei pericoli che arrivano dal cybercrime è sempre più altra, sia su scala globale sia in Italia, man mano che le minacce di cybersecurity aumentano e progrediscono dal punto di vista tecnologico. Data-breach, ransomware e hacker sono termini sempre più familiari, e questa può diventare un’opportunità per i brand finanziari, assicurativi e le telco, che possono raccogliere la sfida della sicurezza informatica e guadagnarsi la fiducia dei consumatori. E’ il quadro che emerge dall’indagine “Emergenza Cybercrime: guadagnarsi la fiducia dei consumatori di fronte alle minacce online” condotta da Affinion, società specializzata in soluzioni di customer engagement e nello sviluppo di soluzioni di cyber security, che per l’occasione ha intervistato oltre 13.000 persone in 12 Paesi, di cui 1.000 in Italia.

Dall’analisi condotta da Affinion emerge in sostanza che sul mercato esiste una reale opportunità per i brand finanziari, assicurativi e telco che possono offrire ai loro clienti maggior sicurezza per i propri dati e la propria identità, rispondendo così a un bisogno quotidiano nelle vite dei consumatori. “I brand che sapranno cogliere e vincere questa sfida – spiega Affinion in una nota – guadagneranno la fiducia dei consumatori, ottenendo un vantaggio competitivo decisivo in termini di quote di mercato e fidelizzazione dei clienti”.

Secondo la ricerca nell’ultimo anno la preoccupazione per il cybercrime è aumentata in tutti i paesi analizzati: il Brasile guida la classifica (87%) seguito dagli USA con il 75% di intervistati preoccupati. In Europa, il livello di Francia, Spagna, Italia e Regno Unito si attesta tra il 60 e il 73%, in netto contrasto con i paesi nordici, dove il livello relativamente più basso, con ad esempio il 40% in Svezia ed il 42% in Finlandia. Interessante scoprire che in generale furti (52%) e aggressioni (54%) preoccupano meno dei furti informatici (61%), soprattutto per gli utenti over 35.

In Italia, spiega Affinion, dove la preoccupazione si attesta al 63%, il 39% degli intervistati ha subito un reato o conosciuto una vittima del cybercrime. I nostri connazionali sono più preoccupati dal furto d’identità (81%) e dall’hacking dei social media (80%). Tra i crimini più temuti seguono poi le transazioni fraudolente bancarie o su carta di credito (71%), false chiamate, mail e sms (70%), il furto dell’account e gli acquisti online fraudolenti (68%). Se si analizza poi quali siano le preoccupazione che sono cresciute di più nell’arco degli ultimi 12 mesi, in testa troviamo il furto dell’account e quello d’identità. In generale, inoltre, le donne risultano più preoccupate degli uomini, soprattutto per gli acquisti online (67% vs 59%).

Dalla ricerca emerge che gli utenti non sono sempre consapevoli di come tutelarsi: il 33% ad esempio non si rende conto che l’utilizzo della stessa password per più account è pericoloso, mentre il 69% si è dotato di una protezione software e il 58% ha attivato un firewall. Inoltre il 55% degli intervistati non ha la certezza di poter prevenire un reato informatico e solo la metà ritiene di poterlo rilevare. Ancora più sorprendente è il fatto che il 75% di essi ritiene di non poter risolvere le conseguenze.

“I dati rivelano che includere nel servizio bancario, nella polizza o nel contratto stipulato dal cliente, una soluzione per la protezione dell’identità digitale, rappresenta un elemento di customer engagement distintivo nella scelta da parte del consumatore”, afferma Antonio Di Salvo, country manager di Affinion.

La ricerca ha rivelato che i consumatori sono inclini a fidarsi delle istituzioni finanziarie, in particolar modo delle banche, nella lotta al cybercrime. Quasi due terzi degli intervistati afferma che si rivolgerebbe alla propria banca per prevenire (67%), identificare (63%) o risolvere (64%) un reato informatico. Anche le compagnie assicurative sono percepite come organizzazioni affidabili, con 1 intervistato su 3 che si affiderebbe ad esse per aiutarlo a prevenire (33%), identificare (33%) e risolvere (37%) un caso di cybercrime. E in generale i consumatori si dichiarano più propensi ad acquistare servizi bancari (70%), assicurativi (63%) o di telefonia (62%) che includono la protezione dell’identità digitale. In questo quadro l’Italia è in linea con la media globale, per il 69% dei consumatori italiani l’identità digitale risulta gradita se inclusa nei servizi bancari, per il 56% se inclusa nei servizi assicurativi e per il 59% se inclusa nei contratti telefonici.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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