Frodi nell'E-commerce

E-commerce, 7 italiani su 10 scoraggiati dal rischio frodi

I dati dello studio HiPay: il 20% degli utenti nel nostro paese ha subito truffe online. E le recensioni negative “bloccano” molti potenziali acquirenti. Ancora scarsa la conoscenza tra i consumatori della Psd2

Pubblicato il 28 Gen 2020

A frenare una diffusione ancora più impetuosa dell’e-commerce in Italia c’è la paura delle frodi. Se infatti le transazioni e gli acquisti online crescono a tutto ritmo, in contemporanea stiamo assistendo anche a un aumento importante delle frodi ai danni degli acquirenti che utilizzano l’e-commerce. Un rischio che i consumatori cercano di arginare informandosi in modo sempre più approfondito sui siti da cui scelgono di comprare. E’ uno dei dati principali che emergono dallo studio “Frodi e acquisti online: come si comportano gli italiani”, realizzato da HiPay, gruppo fintech europeo specializzato in pagamenti digitali. 

Le armi per difendersi dalle frodi online

Dalla ricerca emerge che due italiani su dieci tra coloro che acquistano abitualmente – almeno una volta al mese – online sono state vittime di frodi. Tra i raggiri più frequenti ci sono quelli che riguardano l’acquisto di smartphone, tablet, notebook e altri prodotti high-tech (40%), poi accessori e abbigliamento moda (17%) ed healthcare (16%).

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Tra le vittime, il 37% di chi si accorge di essere stato frodato si rivolge al call center del sito da cui ha acquistato per chiedere informazioni, mentre il 28% si rivolge direttamente alle forze dell’ordine con una denuncia. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti, sostiene HiPay, sarebbe bene per le aziende “prevedere un tool anti-frode in grado di tutelare sia il proprio fatturato sia la propria customer base”. 

Tra le soluzioni sul mercato HiPay Sentinel ha la caratteristica di utilizzare la tecnologia Machine Learning per individuare e prevenire transazioni fraudolente e chargeback prima che si manifestino.

In secondo luogo è importante che i mercanti acquisiscano le certificazioni, come i sigilli Netcomm o Altroconsumo: il 52% degli intervistati infatti verifica la presenza di icone di sicurezza come il logo “Verified by Visa”, “MasterCard secure code” o altri elementi grafici prima di effettuare l’ordine.

Inoltre i consumatori danno una crescente importanza al fatto che sul sito da cui acquistano ci siano tutti riferimenti aziendali: la mancanza di referenze, come i contatti dell’assistenza clienti, l’e-mail a cui chiedere informazioni e la ragione sociale, portano il 64% degli acquirenti a pensare che il sito non sia sicuro.

Un peso determinante sulle decisioni d’acquisto lo assumono poi le recensioni che quando negative influiscono in modo diretto sull’e-commerce: il 71% del campione preso in considerazione da HiPay, di solito interrompe l’acquisto in presenza di feedback negativi, che minano l’affidabilità del brand o del venditore.

Infine la Strong Customer authentication: il 42% degli italiani intervistati non conosce ancora le novità introdotte dalla Psd2, direttiva che impone la doppia autenticazione durante la fase di pagamento.

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